La sezione Traduzioni dell’Almanacco inaugura l’anno nuovo con uno dei temi più esplorati e più onnipresenti nella poesia sin dall’antichità: l’amore.
Parlare della poesia d’amore, e parlare d’amore in generale, è come camminare sulle uova. L’impressione è quasi sempre di inciampare su banalità; metafore e fraseggi ripetitivi che ci imbarazzano perché non ci emozionano più, o forse ci imbarazzano ancor di più proprio perché continuano a emozionarci.
Saffo, Petrarca, Shakespeare, Neruda, Cvetaeva: stilare una lista di voci poetiche che hanno affrontato il tema amoroso ha un che di imbarazzante, sa di banale, disordinato, inevitabilmente incompleto.
Eppure, la poesia del passato ci insegna che l’amore può fungere da lente stereoscopica con cui affinare la vista sui grandi cambiamenti che attraversano il tempo.
Ora che abbiamo scardinato l’amore romantico, decostruito le sue rappresentazioni mediatiche, ampliato il ventaglio delle sue possibilità, svelato la violenza che può giustificare e i rapporti di forza che può nascondere, che cosa resta della poesia d’amore? O meglio, che cosa resta di noi che continuiamo ad amare e a scrivere d’amore?
E se, come professava Izet Sarajlić, sono «Tempi duri per l’amore, sempre più duri», diventa ancora più urgente capire cosa significa oggi scrivere d’amore, o scrivere con amore. Che cosa di antico in noi sopravvive? Quali sono le intuizioni che le poet3 contemporane3 apportano alla tematica amorosa? Quali gli strumenti che utilizzano per affrontarla? Ripresa, dialogo, confronto con la tradizione; forme sperimentali e ricercate; verso libero, sprigionato, o invece regolare, solido proprio per supportare il peso del tema. Per dirla (o non dirla) con W.H. Auden, quale «verità sull’amore» può indagare una scrittura che si guarda bene dai sentimentalismi? E d’altro canto, come riappropriarci dei paragoni usurati quando nella banalità è anche la loro esattezza?
Paradossale, contraddittorio, semplice e immediato: l’amore verso, l’amore per, l’amore ma, l’amore nonostante, l’amore stanco, rigoglioso, tenero, sfacciato, pur sempre amore; con questa call for translations, l’Almanacco cerca testi che affrontino il tema dell’amore, prefiggendosi di esplorare i paesaggi della poesia contemporanea senza imporre o escludere deliberatamente nulla, per capire di che pasta è fatto l’amore e la sua lingua, che orecchie ha e cosa sente.
Informazioni pratiche
Qui di seguito trovate tutte le indicazioni per partecipare:
- La proposta di traduzione deve rispettare il tema;
- Non ci sono limitazioni per quanto riguarda la lingua di partenza: le accettiamo tutte;
- Chi propone la traduzione deve chiedere l’autorizzazione all’autore/autrice, al suo agente o alla casa editrice (per chiarimenti, scrivici!);
- Il contributo dovrà comprendere la traduzione di circa 50 versi, siano essi una poesia singola, più poesie brevi oppure estratti da un testo più lungo. La traduzione dev’essere preceduta da un breve cappello critico introduttivo sull’autore/autrice (per lunghezza e stile puoi fare riferimento alle scorse uscite; per le norme redazionali generali vedi la pagina delle Call for papers);
Le proposte devono essere inviate entro il 31/12/2024 all’indirizzo almanacco@lospazioletterario.it
In copertina: Henri de Toulouse-Lautrec, Le Sofa, pre-1896, pittura a olio, 62.9x81cm., New York, Metropolitan Museum of Art. Public Domain Artworks.