Introduzione e traduzioni a cura di Marta Maria Ricci
Nata a Salisburgo, Margret Kreidl vive a Vienna dal ’96. È autrice di poesia e prosa, scrive per la radio e per il teatro. Ha collaborato con il collettivo “Rhizom”, con numerosi scrittor*, artist*, musicist*, e alla creazione di installazioni in spazi pubblici. Dal 2015 insegna presso il Max Reinhardt Seminar di Vienna.
Kreidl ha partecipato a residenze d’artista in Germania, Serbia e Svizzera ed è stata visiting professor negli Stati Uniti; ha ricevuto numerosi premi e sovvenzioni per il suo lavoro, tra cui l’Elias-Canetti-Stipendium della città di Vienna (2016-17), il Robert-Musil-Stipendium (2017), l’Outstanding Artist Award per la letteratura della Cancelleria federale (2018), il premio per la letteratura della città di Vienna (2021) e nel 2024 il premio H. C. – Artmann.
I testi presentati qui di seguito sono tutti inclusi in Mehr Frauen als Antworten. Gedichte mit Fußnoten [Più donne che risposte. Poesie con note a piè di pagina], la più recente raccolta poetica dell’autrice, pubblicata nel 2023 con Edition Korrespondenzen (Vienna).
Il titolo del libro ricalca il modo di dire, che è poi un confronto quantitativo, “mehr Fragen als Antworten”, l’equivalente tedesco letterale dell’italiano “più domande che risposte”. Un intervento minimo – la sostituzione di una sola lettera – cambia tutto, e “Fragen” diventa “Frauen”, donne. Ed è così che molti testi poetici della raccolta sembrano procedere: per assonanze, consonanze, somiglianze foniche e scarti semantici. Quello che Kreidl instaura con la lingua è rapporto giocoso, dinamico. Le poesie sono vivaci, sembrano avere un carattere mobile, una flessibilità, e sono spesso imprevedibili; da una riga all’altra le immagini volgono nel surreale, gli accostamenti sono inattesi, eppure a chi legge sembrerà di capire, stupendosi.
Sicuramente inconfondibile è il tono delle poesie, l’acume, il Witz. L’essenzialità e la concisione dei testi, asciutti, limpidi, diretti, la massima condensazione semantica, la scelta di lessico che si direbbe semplice, comune, sono cifre stilistiche che strutturano la raccolta, la quale è piuttosto una composizione coerente e coesa, con un suo sviluppo; da raccordo alcuni motivi e colori risuonano in contesti diversi, creando una rete di connessioni, paralleli, variazioni e contrasti.
Caratterizza inoltre Mehr Frauen als Antworten una certa varietà tematica. Una molteplicità di esperienze umane trova voce nei versi e li informa: un sogno, un ricordo, un fatto di cronaca, una notizia di attualità, una cartolina, un incontro, un onomastico, una foglia, tante letture e immagini. Tra le pagine compaiono sia uomini che donne: Lucia Joyce, ma anche Silvio Berlusconi. Così Kreidl ci mostra che tutto può essere materiale poetico, tutto può essere filtrato e trasfigurato, mutarsi e addensarsi in un bel pezzetto d’oro; che la poesia è qualcosa di vicino, accessibile, reale, che viene dalle frequentazioni della vita, anche quotidiana – e che è una pratica, ed è normale che come tutti gli artisti pure i poeti abbiano i loro “materiali”: ex nihilo nihil fit.
Una particolarità di questa raccolta poetica è la presenza di quelle che l’autrice nel sottotitolo identifica come note a piè di pagina, una per ogni testo. Non numerate e nello stesso carattere e dimensione delle poesie, non sono, com’è consuetudine nella letteratura scientifica, una parte esterna, disgiunta dal testo, in cui si indicano fonti, si forniscono informazioni aggiuntive, ulteriori riferimenti d’approfondimento e spiegazioni. Le note assolvono qui solo in parte queste funzioni, e sono a tutti gli effetti parte integrante dei testi poetici: vi sono menzionati scrittori e artisti, titoli di libri, articoli di giornale, opere d’arte; si possono intendere come commenti a posteriori, ripensamenti ironici che testimoniano anche l’umorismo ricco di sfumature di Kreidl, o sono postille, frasi a chiosa della poesia che seguono, talvolta indizi sulla scintilla dell’ispirazione, la scaturigine di un’immagine, rivelando così segreti del processo creativo; a volte “localizzano” il testo, lo inseriscono in un contesto… Si può scegliere di leggerle o no, leggerle subito o alla fine, andare a verificare ogni riferimento, interrogarsi su possibili nessi. Certo è che questo libro consente al lettore di esercitare la sua mitschöpferische Tätigkeit (attività co-creativa), come la chiamava Ingarden – lettore dal cui contributo attivo dipende la costruzione del significato. Le note a piè di pagina in definitiva tengono aperto lo spazio della poesia affinché si possa leggere ulteriormente, cercare, interpretare, incuriosirsi, ragionare – intento chiaro anche nel titolo, che, è vero, esclude la parola “domande” ma non intende indebolirle, al contrario lasciarle aperte, suggerire che c’è sempre qualcosa che eccede le risposte.
Der Sänger singt von einem Bett im Gras
und einem weißen weißen Arsch.
Der Mond ist gelb, der Klee schmeckt süß.
Der Sänger spielt mit Hand und Füßen:
Für eine Dame braucht man mehr als
einen Schlüssel. Ein Ring aus Glas, ein Kranz
aus Margeriten, Duft von Lindenblüten,
ein Lied mit Reimen, Mond und Arsch in einer Zeile.
Minne hat keinen Sinn, in der blauen Stunde
ist die Dame grün, sagt Walther von der Vogelweide,
die Halme blühn, das Wasser rinnt, die Fische
schwimmen im Gras. Hier ist mein Lied zu Ende,
der Sänger lacht, ich habe von der Welt getrunken,
schön wars, du bist als nächster dran,
ich steig jetzt in den Brunnen.
Cantarai d’aquestz trobadors
sang von den tolpatzen troubadouren
Peire D’Alvernhe, Uljana Wolf, Schreibheft 89/2017.
Il cantore canta di un letto nell’erba
e di un culo bianco bianco.
La luna è gialla, dolce il sapore del trifoglio.
Il cantore suona con piedi e mani:
per una signora non bastano
le chiavi. Un anello di vetro, una corona
di margherite, profumo di fiori di tiglio,
una canzone in rima, luna e culo sulla stessa riga.
L’amor cortese non ha senso, nell’ora azzurra
la signora è verde, dice Walther von der Vogelweide,
gli steli crescono, l’acqua scorre, i pesci
nuotano nell’erba. Qui finisce la mia canzone,
ride il cantore, ho bevuto dal mondo,
è stato bello, tu sei il prossimo,
adesso entro nel pozzo.
Cantarai d’aquestz trobadors
sang von den tolpatzen troubadouren
Peire D’Alvernhe, Uljana Wolf, Schreibheft 89/2017.
Gestern habe ich um dein Gesicht getrauert –
was für ein Charakter!
Heute hast du ein anderes Gesicht.
Es ist also wahr:
Das Gesicht von gestern steigt in den Himmel auf.
Ein heller Moment:
Die Wolken reißen ein Loch ins Gesicht.
Wolkenlicht,
Lichtbüschel,
Büschelentladung:
Das Gesicht ist wolkig aufgewühlt,
durchlichtet.
Bertolt Brecht, Erinnerung an die Marie A., 1920.
Ieri ero tanto afflitta per il tuo viso –
straordinario!
Oggi hai un altro viso.
E allora è vero:
il viso di ieri se ne va in cielo.
Un momento terso:
Le nuvole ti strappano un buco sul viso.
Luce fosca,
lampi di luce,
scarica di lampi:
il viso inquieto, annuvolato
traluce.
Bertolt Brecht, Ricordo di Marie A., 1920.
Eine Margerite blüht im Merzrevier,
ich liebe dir und du liebst mir,
du heißt Hase, ich heiße Schatz,
wir nehmen auf der Wiese Platz,
die Sonne tropft ins grüne Gras,
zehn gelbe Tropfen und einer ist elf,
gelb ist die Farbe deines Fells,
dein Name schmeckt nach Karamell,
du süßes heißes Tier, vergiss dich und die
rührenden, weiblichen, die reinen,
die einsilbigen und die unreinen Reime,
du bist mir einer und ich bin deine
von vorne und von hinten,
oben, unten, ohne Titel, hier:
deine Margarete blüht im Merzrevier.
Kurt Schwitters, Ohne Titel (Sich öffnende Blüte), Gips bemalt, 1942/1945.
Una margherita sboccia nel campo del Merz,
io amo a te e tu ami a me,
tu sei lepre, io sono tesoro,
ci sediamo sul manto erboso,
il sole gocciola sul prato verde,
dieci gocce gialle e una fanno undici,
giallo è il colore del tuo vello,
il tuo nome sa di caramello,
tu dolce bestia calda, dimentica te stessa e le
rime toccanti, femminili, quelle pure,
le rime monosillabe e quelle impure,
per me tu sei il solo e io sono tua
da davanti e da dietro,
sopra, sotto, senza titolo, qui:
la tua margherita sboccia nel campo del Merz.
Kurt Schwitters, Senza titolo (Fiore che sboccia), gesso dipinto, 1942/1945.
Ich erinnere mich an das Licht
zwischen den Bäumen. Der Wind
ist der Wind in meinen Haaren.
Ich weiß, dass ich ein Gesicht habe.
Ich rede mit meiner linken Hand.
Eine Antwort bleibt aus.
Ich reite auf einem Schaf durch das Haus.
Ein Haus kommt zum andern.
Ich zähle mich in das Wir hinein.
Wir spielen das lange Spiel.
Es ist sieben Uhr früh.
Ich bin mit meinem Mund allein.
Augusta Laar, MITTEILUNGEN GEGEN DEN SCHLAF. Träume, Lieder, Skizzen, 2021.
Mi ricordo la luce
tra gli alberi. Il vento
è il vento tra i miei capelli.
So di avere un volto.
Parlo con la mano sinistra.
Nessuna risposta.
Cavalco una pecora per la casa.
Una casa va incontro all’altra.
Mi considero parte del “noi”.
Giochiamo al gioco lungo.
Le sette di mattina.
Sono sola con la mia bocca.
Augusta Laar, MITTEILUNGEN GEGEN DEN SCHLAF. Träume, Lieder, Skizzen, [COMUNICAZIONI CONTRO IL SONNO. Sogni, canzoni, schizzi], 2021.
Er nannte mich eine Landschaft,
es fehlte das Wort Asphalt,
wir tanzten auf einer Ansichtskarte,
bis es hell wurde. Die Luft war blau,
als er sagte: Rehbraune Augen
hat mein Schatz. Ich habe seinen
Namen vergessen. Es war Sommer.
Das Schwimmbad war eine Baustelle.
Ich musste den Kran zusammenfalten.
Eine Ansichtskarte von Thalgau mit Naturschwimmbad, Kirche und Trachtenmusikkapelle.
Diceva che ero un paesaggio,
mancava la parola asfalto,
danzammo su una cartolina,
finché non fu giorno. L’aria era blu
quando disse: occhi di cerbiatto
ha il mio tesoro. Ho dimenticato
il suo nome. Era estate.
La piscina era un cantiere.
Ho dovuto smontare la gru.
Una cartolina di Thalgau con piscina naturale, chiesa e banda musicale tradizionale.